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Escalation fotovoltaica

...con la benedizione del Signore...

Neanche un mese fa annunciavo il raggiungimento di quota 6 gigawatt fotovoltaici, una vera rivoluzione rispetto al nulla di qualche anno fa. Faccio notare che questa potenza elettrica pulita è al suo massimo di utilità proprio adesso che il sole splende, fa caldo e i condizionatori sono accesi. In sostanza proprio nelle ore più torride delle giornate estive, in cui la richiesta di potenza alla rete raggiunge i suoi massimi, diventa essenziale disporre di questa grande fonte solare, che evita di accendere centrali a gas, o peggio a carbone, e di vomitare in aria migliaia di tonnellate di CO2 ogni ora. Beh, oggi ho riaperto Atlasole, e ho scoperto che siamo arrivati a 7 gigawatt, con 230mila impianti allacciati in rete (tra cui la modernissima chiesa della foto, a Follonica), un gigawatt in più in soli venti giorni, è un tasso di aumento stellare, +230% all’anno… Le cose si calmeranno senz’altro, questi numeri sono il risultato dei convenientissimi incentivi che dava il terzo conto energia, ora col quarto che li taglia drasticamente si procederà con più calma, certo però che indietro non si torna e l’Italia oggi può a buon diritto definirsi una potenza solare, alla stregua di Germania, Giappone e Stati Uniti. Alla faccia di chi voleva per forza imporci le centrali nucleari.

Al posto del nucleare

l'energia dei bravi ragazzi

Per sostituire un reattore nucleare da 1000 megawatt ci vogliono dai 5 ai 7mila megawatt solari o eolici. Il fattore cinque-sette è dovuto all’incostanza del sole e del vento, che riduce notevolmente l’efficienza degli impianti a rinnovabili rispetto alle centrali nucleari, le quali una volta accese vanno sempre al massimo (anche in caso di incidente, come si può notare a Fukùshima). Per installare 5000 megawatt eolici ci vogliono 2500 macchine da 2 megawatt, ovvero 250 parchi eolici da dieci torri ciascuna. Per fare 5000 MW fotovoltaici ci vorrebbero 5000 ettari di impianti o se preferite 50 parchi fv da un chilometro quadrato ciascuno. Si può fare? Certo che si può fare. Per esempio gli impianti eolici potrebbero essere messi in Sardegna e quelli fv in Sicilia, o un giudizioso misto, e avremmo sostituito due centrali nucleari (oltre ad aver creato un sostanzioso numero di posti di lavoro in regioni che ne hanno un disperato bisogno). Potremmo anche sostituire nelle case degli italiani venti milioni di lampadine da 60 watt con altrettante fluorescenti da 10, il che ridurrebbe di 365mila megawattora l’anno la domanda elettrica per ogni ora giornaliera di accensione delle luci. Ancor più elevato il risparmio se venti milioni di lavatrici venissero alimentate con acqua calda proveniente da collettori solari invece che con acqua fredda dell’acquedotto come avviene ora. Considerando 200 lavaggi l’anno e un risparmio di 1 kWh a lavaggio fanno 4 milioni di MWh in meno di elettricità. Insomma con interventi di risparmio energetico domestico generalizzati si potrebbe eliminare una terza centrale nucleare. Potrei andare avanti a lungo ma il senso è chiaro, se si investe massicciamente in risparmio, efficienza e rinnovabili si possono chiudere le prospettive per il nucleare e anche puntare al tutto rinnovabili come ripetono da tempo le grandi associazioni ambientaliste, basandosi su autorevoli analisi tecniche. Insomma è ora di cambiare il governo dell’energia. Ed è anche ora di cambiare governo,  come dimostrano le ultime elezioni tedesche, dove i verdi hanno cacciato via i democristiani che dirigevano il Baden Wuerttemberg dalla fine della guerra.

Il piu grande campo fotovoltaico d’Europa

...altro che Rovigo no me 'ntrigo...

E’ stato attivato e allacciato alla rete il mese scorso in località San Bellino, provincia di Rovigo, è il più grande impianto d’Europa (70 megawatt) ed è a terra, al posto di 85 ettari di campagna. Mi correggo, gli 85 ettari non erano più campagna da decenni, erano un’area industriale abbandonata. Secondo il Corriere dà lavoro fisso a cento persone (manutenzione) e incasserà qualcosa come 43 milioni di euro l’anno. Non so quanto sia costato ma in genere progetti di questo tipo si ammortizzano in una decina d’anni quindi posso immaginare qualcosa come 400 milioni. Fatto sta che il costruttore, SunEdison, ancor prima di finirlo l’aveva già venduto… Insomma le rinnovabili sono un business, e questo è un bene! Abbiamo bisogno di puntare al tutto rinnovabile, chiudere le centrali tradizionali che eruttano milioni di tonnellate di gas serra (più un sacco di altre schifezze) e passare a questi nuovi sistemi, incentivati dalle nostre bollette. La domanda elettrica infatti non fa che crescere, soprattutto in estate a causa dei condizionatori. Ora agli impianti fv quand’è che producono al massimo? Proprio in estate… Arrivederci al prossimo record.

Nero come il carbone

...col carbone non si canta...

Abbiamo saputo del mega ingorgo cinese sull’autostrada camionale del carbone, che collega le miniere dell’interno con le zone industrializzate orientali, dove si trova la maggior parte delle centrali termoelettriche che quel carbone consumano. Abbiamo forse immaginato che da noi questo non potrebbe succedere e che la questione carbone in fondo non ci riguardi. In verità in Italia l’Enel procede imperterrita, con l’avallo della regione Veneto, alla prossima ristrutturazione a carbone della colossale centrale termoelettrica di Porto Tolle, in pieno Parco del delta del Po, mentre la Tirreno Power dell’ing. De Benedetti, tra le proteste, vuole potenziare l’uso del carbone a Vado Ligure. Sempre L’Enel suscita proteste per il paventato impiego del carbone nella centrale termoelettrica di Rossano Calabro, che comporterà anche la realizzazione di un terminal marino per le navi carboniere. In effetti il mondo ambientalista domanda a gran voce di liberarsi al più presto dal carbone, il più pericoloso e sporco tra i combustibili fossili. Un rapporto Greenpeace di un paio d’anni fa, intitolato “Il vero costo del carbone” e purtroppo non tradotto in italiano, ce n’è solo una breve sintesi, descrive con estrema crudezza cosa succede là dove il carbone viene estratto, dove viene utilizzato e dove vengono smaltite le grandi quantità di scorie che produce dopo l’uso. Immaginate che qualcuno venga a casa vostra e vi dica che dovete sloggiare perché sottoterra c’è un giacimento di carbone, immaginate di rifiutare e di scoprire che vi hanno costruito un recinto intorno a casa e hanno cominciato a scavare lo stesso… Questo succede davvero in Colombia, dove a  Cerrejon c’è una delle più gigantesche ed inquinanti miniere di carbone del mondo. Comunque la protesta anticarbone non interessa più solo gli ambientalisti, se recentemente il cantante Simone Cristicchi (foto) si è rifiutato di cantare a Brindisi, dove l’Enel aveva organizzato un concerto propagandistico nella sua megacentrale… Bravo Simone, continuare così.

Europa 2.0

tutt'altro che un sogno

L’Europa potrebbe portare virtualmente a zero (-95%) le proprie emissioni di gas serra entro metà secolo se solo volesse. Le spese per farlo sarebbero enormi (duemila miliardi di euro) ma comunque inferiori al valore del carburante fossile risparmiato (2650 miliardi) . E’ questo il succo del nuovo rapporto Energy (R)evolution preparato da Greenpeace insieme al Consiglio europeo per l’energia rinnovabile. Lo scenario disegnato dal rapporto, analogamente a quanto già proposto da Scientific American lo scorso novembre, propone una transizione quasi totale del trasporto verso l’elettrico e un enorme aumento della produzione elettrica da fonti quali sole vento e biomasse, insieme a un drastico miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici (che condurrebbe comunque a un calo della domanda complessiva di energia). Il piano richiede anche la realizzazione di una rete elettrica europea completamente interconnessa, che consentirebbe di compensare le variazioni locali di domanda ed offerta di elettricità. I benefici, oltre che economici e climatici, sarebbero enormi anche in termini di indipendenza, sicurezza e salute, aspetto quest’ultimo molto collegato alle modalità di produzione e consumo di energia (l’energia solare non fa venire il cancro mentre quella fossile sì). Da leggere e meditare (speriamo qualcuno lo traduca in italiano per i nostri politici, una sintesi si può scaricare da qui).

Eppur si muove

Un po' meno fossile...

L’elefante elettrico italiano mostra qualche segno di vivacità. L’anno scorso, secondo le stime del Gse e di Terna, le strutture che gestiscono il sistema elettrico e la rete, le fonti rinnovabili hanno coperto oltre il 31% dell’energia elettrica consumata in Italia, con un salto di +5 punti rispetto al 2008. Idroelettrico a parte, questo significa che sole, biomasse e vento cominciano a produrre quote significative della corrente che consumiamo, con una diminuzione non trascurabile delle emissioni di CO2, che potrebbero essere passate da 0,5 a 0,4 kg/kWh, un calo dell’ordine di un etto per chilowattora (stime mie). Se i (nostri) soldi, che il governo vuole spendere per le centrali nucleari francesi, andassero alle rinnovabili queste potrebbero facilmente coprire il 50% dei consumi elettrici entro il 2020 e farci finalmente fare una bella figura in Europa dopo decenni di emissioni senza limiti.

Acqua minerale: maledette bottigliette!

Bevi dalla fontana, che sei bella lo stesso...
Bevi dalla fontana, che sei bella lo stesso...

Nel nostro paese la bottiglietta d’acqua è diventata un feticcio. Sotto l’impatto di un numero impressionante di spot pubblicitari, non c’è italiano o italiana che non compri una o più bottigliette d’acqua al giorno, al bar, alla mensa o all’onnipresente distributore automatico. Il telefonino in una mano e la bottiglietta nell’altra, è questa ormai  la tipica immagine pubblica della studentessa o del giovanotto italiano. In ogni scuola, università, ufficio o fabbrica, per 300 giorni l’anno, per decine di milioni di persone, fanno montagne di plastica, navi intere di petrolio, flotte di camion, emissioni inquinanti e climalteranti a gogo. Uno studio recente pubblicato sulla rivista scientifica Environmental research letters e ripreso dal sito Galileonet ha evidenziato che tra produzione della bottiglia e trasporto, senza neanche tener conto dello smaltimento del rifiuto, l’acqua imbottigliata può arrivare ad avere un costo energetico 2000 (duemila!) volte superiore all’acqua di rubinetto. Sarà mica ora di darci un taglio? Per esempio le amministrazioni pubbliche e le scuole dovrebbero vietare l’installazione dei frigoriferi (accesi continuamente e di cui oltretutto pagano anche la bolletta elettrica) nei propri spazi. O quantomeno metterci sopra un cartello con scritto “Nuoce gravemente alla salute del pianeta”!

Se i consumi elettrici crescono troppo

La parte del leone...
La parte del leone...

Le rinnovabili sono in crescita, lo dimostrano i dati forniti dal GSE nello scorso agosto, relativi al 2008. Impressionante il balzo del solare che quasi quadruplica rispetto alle cifre miserelle dell’anno prima, notevole anche il +30% dell’eolico. Però. Però bisogna dire che prima di tutto in Italia rinnovabili continua a significare di gran lunga idroelettrico (due terzi del totale) e soprattutto che, nonostante i recenti progressi, la domanda elettrica aumenta così tanto da impedire alle rinnovabili nazionali di “schiodarsi” dal loro contributo, che resta al di sotto del 20%, precisamente fermo al 17% circa. La domanda elettrica complessiva attuale resta intorno ai 339 gigawattora, (di cui 20 sono perdite di rete) mentre nel recente passato (1997) i consumi elettrici stavano sui 250 GWh, un aumento di quasi 8 punti percentuali l’anno. Considerando l’importazione (idroelettrico dall’Austria, principalmente) le fonti rinnovabili soddisfano appena un quarto dei consumi interni, il resto è prodotta da fonti fossili, con crescenti emissioni di gas serra, dell’ordine di 120-130 milioni di tonnellate di anidride carbonica, circa un quarto del totale nazionale. L’aumento dei consumi sembra imputabile soprattutto alla diffusione inarrestabile dei condizionatori ed all’aumento delle apparecchiature elettriche sempre accese sia nelle case che nei luoghi di lavoro e di commercio (impressionante nei dati Terna l’aumento dei consumi elettrici nel settore terziario, tra il 1997 e il 2008 si assiste quasi al raddoppio). Sarà mica ora di metterci un tetto?