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Eppur si scioglie

...e troppo in fretta...

Quella che vedete qui sopra a destra è la nuova carta della Groenlandia così come appare nell’ultima versione dell’atlante mondiale del Times, uscita quest’anno. A sinistra invece la versione del 1999. Lo scioglimento è così vasto che si è scoperta dai ghiacci un’ampia striscia di terra e addirittura è comparsa una nuova isola, cui è stato dato il nome di Uunartoq Qeqertaq, che in esquimese vuol dire Isola del Riscaldamento. Lo riferisce il Guardian che mantiene una costante attenzione sulla questione climatica globale, che invece da noi è completamente dimenticata, travolti come siamo dalle notizie sulla crisi economica e politica. Ricordo che se tutti ghiacci della Groenlandia si sciogliessero il livello globale degli oceani salirebbe di 6 metri, il che significherebbe la fine per città costiere come Venezia, Londra e New York. Già oggi alcune isole un tempo paradisiache del Pacifico sono in allarme permanente per l’aumento del livello del mare e stanno protestando  in sede Onu mentre preparano l’evacuazione.

Gli orsi affogano ma non bisogna dirlo

...dategli del ghiaccio...

Secondo quanto riferisce il Guardian lo scienziato americano Charles Monnett, che lavora in Alaska per l’agenzia che autorizza lo sfruttamento energetico degli oceani e che per primo ha mostrato il rischio per la sopravvivenza degli orsi bianchi derivante dallo scioglimento dei ghiacci polari, sarebbe stato sospeso dal suo incarico di ricerca, a causa di un’inchiesta sulla sua “integrità morale”. Secondo alcuni suoi colleghi Monnett sarebbe vittima di una persecuzione da parte dell’amministrazione Obama nel momento in cui la stessa si prepara a dare il via alle ricerche petrolifere nell’Artico, zona finora vietata per queste attività. Monnet fu il primo a ricollegare in un articolo scientifico del 2006 le prime osservazioni di orsi polari morti a galla nell’Artico con la progressiva scomparsa del ghiaccio, dovuta al riscaldamento delle regioni polari. Grazie a questo articolo l’orso bianco è diventato in qualche modo il simbolo vivente (o morente…) del riscaldamento climatico globale. Secondo una nota del movimento americano Peer (Public employees for environmental responsibility), che ha reso pubblico il caso, Monnett è oggetto di crescente persecuzione da quando l’articolo è stato pubblicato, fino al punto di essere allontanato dal suo istituto e virtualmente recluso in casa. Questo è niente in confronto a quel che è successo all’attivista ambientale americano Tim DeChristopher, che da martedì scorso è in prigione e dovrà starci per due anni solo perché fingendosi un petroliere ha disturbato un’asta pubblica sui diritti di estrazione petrolifera. Comincio a convincermi che il grande intellettuale Noam Chomsky non abbia tutti i torti quando definisce gli Usa tendenzialmente fascisti.

Il caldo e la pioggia

Madeira, sabato scorso...

Due notizie passate tra le brevi nei tg, tra scandali, Sanremi e altre italiche disgrazie. Due eventi luttuosi apparentemente sconnessi tra loro, il crollo del minareto venerdì scorso a Meknes in Marocco, che ha fatto quaranta morti, e l’alluvione a Madeira, l’isola portoghese, che sabato nella capitale Funchal di morti ne ha fatti altrettanti e forse più. Se aprite un atlante (o più modernamente consultate Google maps) scoprirete che Madeira si trova in pieno Atlantico, di fronte alla costa marocchina e sulla stessa rotta delle perturbazioni che da settimane passano prima su Madeira, poi sul Marocco. In quest’ultimo paese sono mesi che il maltempo fa danni, come si può leggere in francese sul blog Maghreb Info, e proprio al maltempo pare dovuto il crollo del minareto, reso instabile dalle piogge che da mesi si abbattono sulla città. Ma perché piove così tanto in posti che normalmente anche in inverno non superano gli 80-100 millimetri al mese? Qualche idea possiamo averla da queste notizie, che ho tradotto dal servizio meteo portoghese: “Il 20 febbraio 2010, l’isola di Madeira è stata investita da una forte attività frontale associata a una depressione centrata sulle Azzorre alle ore 00UTC in movimento verso nordest. La  massa d’aria calda associata con questo sistema frontale era caratterizzata da alta instabilità e trasportava una grande quantità di vapor d’acqua. I valori più alti di pioggia registrati in un’ora nelle stazioni di Funchal-Osservatorio e Pico do Arieiro erano, rispettivamente, 52 mm (tra le 9 e le 10 h) e 58 mm (tra le 10 e le 11 h). Tra le 6 e le 11 am queste stazioni hanno registrato 108 e 165 mm.” In sostanza dall’Atlantico, in pieno inverno, è arrivata aria molto calda e umida, due condizioni che favoriscono l’instabilità, ovvero piogge torrenziali, e in poche ore sono cadute l’equivalente di un paio di mesi di piogge normali… Troppa CO2, troppo caldo, troppa evaporazione, troppe piogge, troppi morti. Ed è solo l’inizio del secolo.

On February 20, the Madeira Island was affected by a strong frontal activity associated with a depression that was centred in the Azores at 00UTC and moving to the northeast. The hot air mass associated with this frontal system was characterized by high instability and carried a large content of water vapour.

The highest values of rainfall recorded in an hour at stations Funchal-Observatório and Pico do Arieiro were, respectively, 52 mm (between 9 and 10 h) and 58 mm (between 10 and 11 h). Between 6 and 11 am there were 108 mm and 165 mm in these stations, respectively.

Governo subacqueo per il clima

Complimenti per lidea!
Complimenti per l'idea!

Alle Maldive ci dev’essere un genio della comunicazione: la mossa di organizzare una riunione del governo sott’acqua per richiamare l’attenzione sulle piccole isole minacciate dall’aumento del livello oceanico è formidabile. Speriamo che altri governi abbiano idee simili, si potrebbe pensare a un meeting di Lula con  i suoi ministri in mezzo alle ceneri di un pezzo di Amazzonia bruciata oppure un ministro cinese che fa le sabbiature appena fuori Pechino, nel deserto che avanza. La piccola nazione oceanica ha tra l’altro annunciato di voler diventare il primo paese al mondo ad emissioni nulle, con un annuncio video del suo giovane presidente Mohamed Nasheed.