Archivi tag: Stili di vita

Carta canta

tutta colpa degli americani, come al solito...

Ieri ho fatto un paio di lezioni sul clima in una scuola superiore della “bassa”, tra Bologna e Ferrara. A parte lo sconcerto per il livello di maleducazione che hanno raggiunto i ragazzi e per il totale calamento di braghe degli insegnanti, che sembravano figure spente e senza alcuna autorevolezza, quel che mi ha colpito in verità è la difficoltà a far comprendere ai giovani che la vita cosiddetta “normale” in realtà di normale non ha più niente. Un gesto banale di un ragazzo, che tirava fuori dalla tasca un fazzolettino di carta per soffiarsi il naso e poi buttarlo via, mi è servito da pretesto.

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Sfamare cani e gatti, i cristiani invece no

sto meglio io di tanti africanetti...

Qualche volta si risvegliano in me sacri furori, in particolare quando assisto sbalordito alle sempre più patinate pubblicità di cibo per animali alla televisione. Non bastano le bottigliette di plastica per bere un sorso d’acqua, i fogli di carta assorbente vergine per asciugare un po’ di bagnato, i quintali di plastica con cui avvolgere ogni singola mela, adesso il nostro caro padronato vuole convincerci che nulla ci renderebbe più felici che un bel carico di confezioni monodose di diete feline e canine, pubblicizzate con lo stesso zelo del cibo per bambini. Ma voi non ci vedete un segnale di decadenza micidiale, una sorta di basso impero al tramonto, un’aria da Maria Antonietta che propone le brioche al popolo che chiede pane? Ma cosa pensano di noi quelli che dall’Africa vedono le nostre trasmissioni sui canali satellitari? Sti italiani, se si occupano con tanto amore dei loro cani e gatti ci daranno ben una mano anche a noi che cerchiamo pane e lavoro? Eh no cari, voi mica siete di razza siamese a pelo lungo, non fate mica ron ron sul divano, a voi mazzate, al gattino bello tanti bei bocconcini. Ma vaffa…!

Radioactivity

dalla roccia madre al terreno alla cantina, le vie del radon sono finite

Ma che è sta radioattività? Per esempio c’è quella naturale. Allora uno dice ah beh se è naturale farà bene… Certo, come il morso di una tigre nel polpaccio. Che è senz’altro naturale ma non fa bene per niente. Prendiamo il caso del radon. Sì, radon. Un gas che del tutto naturalmente diffonde dalle rocce e dai terreni e che è radioattivo. Se putacaso hai una casa con una cantina poco aerata, te la potresti ritrovare piena di radon senza saperne nulla, ogni volta che scendi a prendere una bottiglia di vino ti fai una tac. I soliti studi stranieri dicono che di questo gas si può morire perché fa venire il cancro ai polmoni, anche se uno non ha mai fumato una sigaretta in vita sua. Anzi alcune stime dicono che in Italia ne moribbero ben tremila persone l’anno! A confronto la storia della centrale di Fukushima sarebbe quasi una barzelletta. In sostanza tutti sono preoccupati per una nube a debolissima radioattività e nessuno parla di questa bella bombetta che abbiamo magari in casa. Se anche solo la metà di quel che dicono sul radon fosse vero sarebbero gli stessi morti che ci sono in Italia ogni anno sui cantieri e nelle fabbriche. Sui quali però si strilla, si fanno leggi complicatissime, ispezioni ecc. Sul radon zero, tutto tace. E allora? Allora con 250 euri si compra il misuratore e si controlla la situazione, mi sa che lo faccio.

Il clima che cambia spiegato ai ragazzi (8)

butta il suv e monta in sella!

Energia senza carbonio: consumarne meno

Una cosa grave che capita con l’energia è che moltissima di quella prodotta bruciando combustibili fossili viene sprecata senza alcuna utilità. Un esempio clamoroso è quello dei motori a scoppio, che hanno un rendimento talmente basso da buttare via  tre quarti dell’energia contenuta nel carburante. Continua a leggere Il clima che cambia spiegato ai ragazzi (8)

Il clima che cambia spiegato ai ragazzi (4)

Brucia, petrolio, brucia

Nonostante l’enorme quantità di plastica che viene prodotta, la stragrande maggioranza del petrolio estratto dal sottosuolo è trasformata in carburanti (benzina, gasolio, cherosene ecc.) e bruciata in motori o caldaie. Pensate che ogni giorno nel mondo si consumano 85 milioni di barili di petrolio, ogni barile sono 150 litri circa e quindi facendo due conti si scopre che ogni abitante del pianeta Terra brucia in media quasi due litri al giorno di petrolio!

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Incandescenti da buttare

...fluorescente è meglio...

E’ un discorso già fatto ma repetita iuvant. Una vecchia lampadina a incandescenza da 60 watt si sostituisce con una fluorescente da 10 W, fa la stessa luce e un bel taglio al consumo. Infatti nelle sue mille ore di vita incandescente la lampadina consuma 60 chilowattora, che con l’attuale sistema italiano di produzione elettrica corrispondono a 30 kg di CO2 (è una stima benevola, potrebbero essere di più). In ogni casa d’Italia di lampadine ce n’è una decina, fanno circa 200 milioni di pezzi che se fossero tutti sostituiti darebbero un taglio di almeno 5 milioni di tonnellate alle nostre emissioni annuali, un bell’aiuto al clima e anche un considerevole risparmio in bolletta. E nel caso vi scocci pagarle quei 4 o 5 euro che costano, rispetto a un euro di quelle tradizionali, tenete conto che durano cinque o sei volte di più quindi l’aumento è solo apparente. In ogni caso l’Onu preme perché le vecchie lampadine vengano messe al bando, quindi diventeranno presto un articolo per collezionisti, un po’ come i dischi in vinile.  Ricordate comunque che le lampadine fluorescenti quando si rompono vanno smaltite correttamente perché contengono mercurio, una sostanza tossica che non deve disperdersi nell’ambiente, quindi non si buttano nel pattume ma vanno consegnate ai centri di smaltimento comunali. E nel caso qualcuno sostenga che fanno male alla salute ecco i risultati degli studi più recenti (che in sostanza dicono che solo persone con particolari problemi potrebbero risentirne).

Treni e clima

Trattiamoli meglio...

Ha messo un piede sul binario e ce l’ha tenuto per un’ora, impedendo così al treno stracarico di pendolari di muoversi dalla stazione di Santa Margherita Ligure. Con questo gesto Maurizio Carnevali avrà senz’altro dei guai giudiziari (il reato si chiama interruzione di pubblico servizio) ma si è meritato la medaglia di eroe dei pendolari ferroviari. Bistrattati dal sistema morettiano, che punta tutto sulle Frecce Rosse dell’alta velocità e che li trascura colpevolmente, i pendolari ferroviari sono una categoria importante per la salvaguardia dell’ambiente e del clima. Assoggettandosi ogni giorno a ritardi e sovraffollamento prendono il treno, spesso in combinazione con la bicicletta, evitando così di usare l’auto privata e di inquinare l’aria per andare al lavoro. Dovrebbero quindi godere di un trattamento in guanti bianchi e  invece sono costretti dall’esasperazione a proteste clamorose come quella di giovedì scorso in Liguria. C’è qualcosa da cambiare al vertice FS.

Basta polveri in Val Padana

...è ora di fare un po' di pulizia...

Le voci polemiche che hanno accompagnato la chiusura di molte città del nord al traffico lo scorso 28 febbraio hanno parlato di inutilità o di azioni sporadiche e hanno invocato “provvedimenti strutturali“, senza peraltro spiegarli molto bene. Ma cosa c’è davvero da fare per combattere l’inquinamento da polveri nell’area padano-veneta e le migliaia di morti di tumore che provoca ogni anno ? Quelle che seguono sono le mie personali opinioni sulla questione espresse in modo schematico, per non tediare.

1) di polveri si muore, molto più che di incidenti stradali

Bisogna anzitutto comunicare chiaramente e con continuità alla popolazione quali sono le conseguenze sanitarie (ed economiche) dell’inquinamento atmosferico da polveri (almeno settemila morti l’anno nelle 13 principali aree urbane d’Italia secondo l’Oms, 200 morti l’anno nella sola provincia di Bologna secondo la locale Ausl) e quali sono le fonti che lo generano (essenzialmente i motori diesel, e solo in seconda battuta altri motori a scoppio, riscaldamenti, industrie e fuochi di legna).

2) fermare i motori diesel

Tutta l’area padano-veneta, per la sua conformazione geografica e per la pressione antropica dovuta all’alto numero di residenti, alle attività produttive e ai numerosi assi stradali e autostradali, e altre infrastrutture di trasporto persone e merci, soffre di un enorme emissione e ristagno di polveri da motori diesel, in particolare dovuti ai camion e furgoni, alle auto e da ultimo anche ad altri mezzi di trasporto quali le navi in Adriatico, autobus e treni a nafta (incredibile qui a Bologna l’uso continuato di simili mezzi da parte delle ferrovie regionali). L’intera area padana andrebbe in sostanza considerata come una vasta ZTL (zona a traffico limitato) nella quale provvedere alla rapida proibizione e sostituzione dei diesel con altri motori molto meno inquinanti.

3) incentivare l’elettrico (su ferro e strada) e in subordine il metano e gpl

I motori da utilizzare in Val Padana esistono già, sono quelli elettrici, caratterizzati dalla mancanza di emissioni di fumo (e bassissimi livelli di rumore, oltre che costi di gestione alla lunga vincenti). La diffusione dell’elettrico dovrebbe avvenire soprattutto nelle zone urbane, in primis ad opera di enti pubblici (ottimo l’esempio di Reggio Emilia che ha sostituito negli anni scorsi il parco veicoli comunale con mezzi elettrici a noleggio, peraltro con notevoli risparmi economici, dell’ordine di mille euro al giorno). Notevoli per tassisti e privati i vantaggi delle auto ibride (elettrico e benzina) che fanno pochissime polveri e battono quasi tutte le altre anche in termini di consumi.

3) incentivare sul serio la mobilità pedonale, ciclabile e pubblica (anche questa elettrica)

4) disincentivare il trasporto merci su gomma incentivando quello su ferro (e quello in bici nelle città)

5) diffondere la generazione fotovoltaica di massa su capannoni e posteggi, e soprattutto quella eolica sui monti e in mare (dove il vento non manca) e chiudere progressivamente le mostruose centrali termoelettriche che appestano l’aria dell’Italia del nord (e non solo quella).

Naturalmente tutti questi provvedimenti strutturali condurrebbero anche a una riduzione delle emissioni serra, non immediata ma nel giro di qualche anno, una volta ammortizzati gli effetti iniziali dovuti ai nuovi veicoli e sistemi. Si potrebbe andare avanti ancora ma mi fermo qui, in attesa di reazioni.

Qual è l’auto migliore?

Vive la difference...

L’auto migliore è quella che non viene fabbricata. Ciò detto, in seconda posizione c’è l’auto pubblica (taxi o noleggio o car sharing) ad alimentazione elettrica, seguita da quella a gas metano, poi a gpl oppure ibrida, e da ultimo a benzina (il diesel lo togliamo proprio dalla lista perché inquina troppo).
Se proprio dobbiamo averla privata l’auto migliore è quella piccola, vecchiotta o di seconda mano (vedi sopra per l’alimentazione) e una sola per famiglia. In sostanza l’auto peggiore è quella nuova, grossa e a nafta.
Proprio quella che avete appena comprato…

Mutande cinesi per il clima

Per il pianeta, senza pantaloni...

Qualcosa si muove sul fronte ambientalista anche in Cina: domenica scorsa, con grande rilevanza sui media locali e, cosa straordinaria, neanche un arresto, un gruppo di giovani cinesi ha viaggiato in mutande sulla metropolitana di Guangzhou per 40 minuti esibendo slogan ambientalisti su cartelli o scritti direttamente sulla pelle delle gambe. Ne riferisce in dettaglio il Guardian, con alcune dichiarazioni dell’organizzatore, Liang Shuxin, che di mestiere gestisce sistemi di vendita online.