Effetto serra

La Terra, vista dal Meteosat nel canale del vapor d'acqua, è... invisibile!

Viva l’effetto serra!

Molti pensano che l’effetto serra sia una cosa brutta, invece non lo è affatto, anzi è una faccenda essenziale per la nostra esistenza. La superficie del nostro bel pianeta infatti grazie all’effetto serra se ne sta a una confortevole media di circa 14 centigradi (in aumento…) invece dei -18 che ci ritroveremmo in assenza di atmosfera. Certo con l’effetto serra non bisogna esagerare: per esempio l’atmosfera di Venere, composta quasi solo di anidride carbonica, con simpatiche nubi di acido solforico, mantiene gli improbabili venusiani a circa 460 °C!

Infrarossi e gas serra

Molti pensano anche che il principale gas serra terrestre sia l’anidride carbonica e invece no, è il vapore acqueo, presente in atmosfera in concentrazioni molto variabili ma comunque superiori a quelle della CO2. Tra l’altro il vapore acqueo non è la nube biancastra che sta sopra alla pentola che bolle: quella, come tutte le nubi, è una massa di goccioline d’acqua liquida, o se preferite era vapore caldo che, a contatto con l’aria ambiente più fredda, è condensato. Il vapore acqueo è infatti trasparente e invisibile, come gli altri gas atmosferici, azoto, ossigeno, argon ecc. Ma il vapore acqueo, come gli altri gas serra, non è affatto trasparente agli infrarossi, i raggi invisibili (onde elettromagnetiche con frequenze comprese tra circa 700 nanometri e 1 mm, per i puristi) che trasportano il calore della superficie terrestre verso lo spazio.

L’equilibrio

La Terra è continuamente inondata di raggi solari in grande quantità e, se non fosse raffreddata dagli infrarossi che, come ogni corpo caldo, essa continuamente emette, diventerebbe spaventosamente calda. In effetti il livello termico della superficie terrestre deriva dall’equilibrio necessario tra l’energia in arrivo e quella in uscita, che si bilanciano perfettamente. Se non ci fosse l’atmosfera l’equilibrio verrebbe raggiunto intorno ai -18 °C già menzionati. La presenza dell’atmosfera, o meglio dei gas serra in essa contenuti, ostacola l’emissione degli infrarossi, di conseguenza la temperatura di equilibrio si innalza, portandosi ben oltre lo zero e consentendo quindi all’acqua di starsene sempre liquida (salvo intorno ai poli e sui monti più alti) e alla vita di sguazzarci dentro.

Energia fossile

Ovviamente più aumenta la concentrazione dei gas serra atmosferici più la temperatura deve salire, per mantenere l’equilibrio tra energia solare e raffreddamento infrarosso. Da un paio di secoli l’umanità si procura e consuma sempre più energia che ottiene bruciando quantità sempre crescenti di combustibili fossili quali il carbone, il petrolio e il gas naturale. Le emissioni atmosferiche di anidride carbonica dovute a queste combustioni superano ormai lo spaventoso livello di 30 miliardi di tonnellate l’anno. Alle emissioni di CO2 bisogna sommare quelle di metano, dovute in buona parte all’agricoltura (risaie e bovini d’allevamento), e quelle di altri gas serra di origine umana tra cui merita menzionare il protossido d’azoto, o gas esilarante, anch’esso in buona parte derivante dalle concimazioni agricole.

Più stato meno mercato?

A causa di questa situazione il clima sta cambiando, in particolare la temperatura della Terra sta aumentando e, secondo i rapporti del comitato scientifico IPCC che consiglia l’Onu su questo argomento, le previsioni e le conseguenze per il prossimo futuro non sono rosee, specie se tutto ciò viene lasciato alla “mano invisibile” del mercato, senza rilevanti interventi governativi. Il problema è talmente serio che l’Onu ha messo a punto diversi anni fa una Convenzione internazionale sui cambiamenti climatici (Unfccc), che si è concretizzata nella creazione di un’agenzia con sede a Bonn, e con la stipula di un patto d’azione (il famoso Protocollo di Kyoto), che impegna i paesi firmatari a ridurre le proprie emissioni di gas serra, nella speranza di interrompere o quantomeno di contenere a livelli accettabili i fenomeni di cambiamento del clima in corso e previsti.

(ultima modifica 7 gennaio 2010)

2 pensieri riguardo “Effetto serra”

  1. Quello che ho letto mette angoscia, perchè penso che per prevenire il cataclisma climatico previsto si dovrebbero prendere provvedimenti politici che porterebbero ad un cataclisma politico mondiale; io sono gia’ vecchio e a parte qualche estate il cui caldo mi fara’ soffrire, non ho da temere piu’ di tanto, ma per chi è giovane c’è davvero da mettersi gravi pensieri.
    Ma credo che la natura sapra’ difendersi riducendo drasticamente il numero di umani attraverso una epidemia virale incontrollabile; da molti anni ho pensato a questa ipotesi, quasi indispensabile per salvaguardare il persistere della umanità in un ambiente naturale. Ovverosia la natura prenderà da se stessa i provvedimenti necessari per salvaguardare se stessa e tutti gli esseri viventi, uomini compresi. Del resto la storia della Terra è fatta di espansioni di popolazioni che si sono alternate con periodi di estinzioni, nel corso di decine di migliaia di anni moltiplicate milioni di anni… noi possiamo solo intravvedere ipoteticamente quello che succederà ma dubito che gli uomini trovino davvero l’accordo per fare qualcosa quando si fosse ancora in tempo per prevenire la catastrofe, quando ci saremo dentro diremo: ah se ce lo avessero detto! ah se avessimo fatto! Comunque mai come in questo problema è giusto dare informazioni capillari e fare prendere coscienza del problema. Sperando che possa essere preso sul serio da tutti! Comunque parafrasando
    Manzoni non saremo “noi poveri untorelli a spiantare la terra “

  2. Gentile Enrico,
    scrivo questo blog perché sono fiducioso. L’umanità, e con essa molta parte della natura, corre un rischio notevole di estinzione a causa dei cambiamenti climatici indotti dalle emissioni di gas serra, ma l’umanità ha anche avuto l’intelligenza di scoprire cosa sta succedendo e ha la passione necessaria per trasformare questo rischio in un’opportunità. Certo quel che succede a Copenaghen in questi giorni è cruciale, e vorremmo essere tutti lì a tirare per la giacca i delegati perché non diano retta ai bassi istinti e alla stupidità dei ricchi, che vogliono tutta la barca per sé anche a rischio di affondarla. I ricchi sono la causa del problema, non i poveri. Questi ultimi, o sono del tutto diseredati e quindi non possono far altro che sopravvivere, o sono vittime di meccanismi di propaganda messi in atto dai ricchi, che li convincono a consumare in modo scriteriato, generando nuova ricchezza per pochi e ulteriori danni all’ambiente. Questo meccanismo può essere scardinato solo dal combinato disposto di un’informazione libera, di governi e organismi internazionali autonomi e da un’opinione pubblica attiva e informata che riduce volontariamente i propri consumi e al tempo stesso applica una costante pressione sui governi perché le cose cambino, e in fretta.
    La grande quercia nasce da una piccola ghianda. Grazie

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