Via dal vento? Non scherziamo…


Devastazione paesaggistica?
Devastazione paesaggistica?

In rete c’è un sito che si apre con un appello drammatico e dolente, lo riproduco qui nella sua interezza perché vorrei criticarlo a fondo. Dice così: “Quanti italiani sono consapevoli della abissale sproporzione tra i danni causati dagli impianti eolici al paesaggio, all’ambiente naturale e alla fauna e il loro marginale contributo alla soluzione del problema energetico nazionale? Perché nessuna eco giunge al pubblico della tragedia che si sta abbattendo sulle bellezze naturali italiane? Via dal Vento, una voce che non teme di dire la verità.” I promotori principali di questo sito sono esponenti degli Amici della Terra, ramo italiano di Friends of the Earth, un gruppo ambientalista che nel 1993 ottenne il grande successo di far passare un referendum a seguito del quale vennero fondate in Italia le agenzie ambientali, e altre personalità che dell’ambiente hanno fatto persino il ministro, come Carlo Ripa di Meana. Il sito è attivissimo, registra continue denunce, comprese quelle retoriche e piene di assurde iperboli del solito (pluricondannato ma sempre loquace) Vittorio Sgarbi, che recentemente sul berlusconiano Giornale ha persino scomodato il povero Pier Paolo Pasolini. Sono almeno cinquant’anni che il paesaggio italiano, tutelato dalla Costituzione, viene devastato dalla speculazione edilizia, dagli industriali, dagli agricoltori, dalla generale mancanza di cura del territorio nazionale da parte dello Stato nelle sue numerosissime articolazioni, dal governo, fino all’ultimo degli ottomilacento comuni d’Italia.

Paesaggio tutelato?
Paesaggio tutelato?

Chiunque sia passato di fianco a una grande acciaieria come quella di Taranto (foto) o alle centrali elettriche di Piacenza, per fare i primi esempi che mi vengono in mente, ha una stretta al cuore. Recentemente ho viaggiato in treno attraverso i campi eolici pugliesi in provincia di Foggia e invece di una stretta al cuore ho provato un piacere anche estetico, oltre alla soddisfazione di sapere che quelle strutture tutte in movimento stavano producendo energia pulita. Personalmente ritengo infinitamente brutte, e spesso devastanti per il paesaggio, le stazioni di servizio e gli autogrill, ma non mi sogno di costruire su questa mia idiosincrasia una campagna per la loro chiusura. I paventati danni al paesaggio causati dalle centrali eoliche o non ci sono o sono grandemente esagerati. Quanto ai danni ecologici, si menziona spesso la morte degli uccelli, fenomeno anche questo artificiosamente esagerato e in realtà del tutto marginale, specie in un paese come il nostro che per decenni ha consentito a cacciatori legali e di frodo di fare strage di migratori e persino di cicogne. Se consentite al vostro gatto domestico di girare fuori di casa la notte, ebbene in un anno il vostro micione fa fuori tanti uccelli quanto cento turbine eoliche. Finiamola anche col ruolo marginale nella produzione di corrente elettrica. L’eolico sta facendo in questo secolo quel che ha fatto per l’Italia l’idroelettrico il secolo scorso, si sta espandendo esponenzialmente e nel giro di una decina d’anni raggiungerà la sua quota non marginale di produzione (pdf, 4,4 Mbyte). La comparsa di questa nuova fonte pulita (ripetiamolo fino alla nausea, l’eolico non  inquina e non emette CO2, con costi simili a quelli delle fonti fossili) spaventa molto sia chi produce corrente con le fonti fossili, sia i tradizionalisti, che non amano le novità, ma che si sono abituati in fretta alla televisione, ai telefonini e a Internet. Tutta roba che consuma sempre più corrente.

15 pensieri riguardo “Via dal vento? Non scherziamo…”

  1. Sono pienamente d’accordo,si fa presto a dire deturpamento del paesaggio,le pale eoliche sono uguali ai tralicci elettrici.
    Ho visitato Gela e lì ho visto una raffineria di petrolio,non ho mai sentito Sgarbi parlarne con senso ecologico.

  2. Cari amici, come al solito si dice solo una parte della realtà, si sottace quel che proprio non si vuol vedere.
    Sono d’accordo, pienamente, che l’ “eolico” è energia “pulita”, ma quanti sono i siti in Italia (preferisco però riferirmi alla realtà che meglio conosco, la Toscana) adatti a ospitare megacentrali eoliche, torri di 150 mt. x 150 di larghezza? certamente, non i crinali appenninici e quelli alpini, nè le località turistiche. Vedo che non parlate nè di edificazione delle infrastrutture, devastanti in luoghi montani, nè dell’inquinamento acustico …nè, tantomeno, degli interessi economici, anche poco chiari, legati allo sfruttamento dell’eolico. Certo, meglio una centrale eolica che una nucleare o a combustibile fossile…ma quando si tratta di usare il territorio, bisogna prestare assoluta attenzione. Non abbiamo a disposizione nè il deserto nè la meseta spagnola, e ricordiamo sempre che uno dei pilastri della nostra economia è il turismo. Mi sembra poi davvero inopportuno il paragone riguardante l’avifauna: il mio gatto va a caccia e riporta qualche passerotto e qualche fringuello (se è davvero in forma!) mentre qui si discute di centrali costruite, o progettate, sulla rotte migratorie, che è ben altra cosa. Vedete al proposito la posizione assunta dagli ornitologi italiani. Se il sito “Via dal vento” è approssimativo (e lo è), voi non siete da meno.
    Gli ambientalisti seri si esprimono in ben altro modo. Lasciate che ve lo dica uno che da 37 anni si occupa di questioni ambientali… Cordialmente
    Gianni Marucelli

  3. Sarà anche cordiale la critica di Marucelli ma a me piace poco sentirmi dare dell’approssimativo specie da chi scrive che una torre eolica è larga 150 metri quando anche le strutture più ampie occupano al suolo si e no la superficie di una villetta. Il vento va assolutamente sfruttato per fare energia elettrica, in terra e in mare, con tutte le precauzioni del caso per il paesaggio e anche per le rotte migratorie, ma bisogna stare attenti a fare poesia mentre l’Enel e il governo installano sotto il nostro naso enormi centrali a carbone e si preparano a piazzarne anche quattro nucleari. Quanto agli interessi poco chiari anch’io li ho messi in evidenza e sono ben contento che la magistratura faccia chiarezza dove serve (v. il post sui due volti dell’eolico) ma fare un fascio di tutta l’erba non serve a niente, anzi serve solo a fare il gioco degli inquinatori, quelli veri. Comunque grazie per il commento, Vittorio Marletto

  4. Gentile Gianni, devo dire che lei un po’ approssimativo lo è: si informi bene perchè Vittorio ha ragione. Non producono quello che dovrebbero quando vengono installate per un semplice motivo: in Italia non c’è il vento giusto. Non sono energia alternativa, ma integrativa: non scongiureranno mai l’installazione di centrali nucleari perchè non producono certo altrettanto (magari) e devono essere integrate quando il vento non c’è. Devastano – certo come molte altre cose, concordo con lei – il paesaggio, ma non portano alcun beneficio ai cittadini, ma alle ditte installatrici molti, anzi moltissimi e si chiamano certificati verdi, istituiti nel ’99 da Bersani. Questi soldi li paga il cittadino nella bolletta, in un perverso meccanismo che fa sì che i progetti si stiano accavallando ovunque senza alcuna regola (una per tutte: la distanza minima dalle case e dai centri abitati). Le emissioni a bassa frequenza che emettono i macchinari, non percepibili ma dannosissime, rendono la vita impossibile a chi vi abita nei pressi (nausea, cefalee, aumento della pressione ecc.) e tutto sparisce se uno si allontana. La soluzione ci sarebbe, ma fa comodo alle grandi ditte proponenti (quasi sempre straniere) e ad altri lasciare così le cose. Basterebbe dare gli incentivi solo alle installazioni domestiche, se ognuno fosse autosufficiente con i suoi pannelli sul tetto, non spenderebbe e non inquinerebbe. Ma allora come farebbero queste ditte (e i politici che le avallano) a guadagnare le stratosferiche cifre che guadagnano? Non le sembra che installare 5000 torri di 150 m in Molise sia veramente un po’ eccessivo? Sgarbi potrà non rimanerle simpatico, viene a video più di altri, ma le assicuro che non è il solo a dire quel che dice, solo che gli altri non fanno notizia. Si legga quello che ha detto il premio Nobel Rubbia a proposito dell’energia prodotta dalle centrali (sono centrali, non parchi!) eoliche. Forse un po’ più di me e di lei ne saprà, eh…

  5. Ai tempi del referendum antinucleare dicevamo che eolico e solare potevano essere un’alternativa democratica, sostenibile e non impattante rispetto a centrali nucleari imposte contro la volontà dei cittadini. Tanti piccoli impianti a dimensione umana, piuttosto che poche mega centrali.
    A distanza di molti anni noto che le cose sono putroppo molto diverse.
    Invece di avere un eolico a misura d’uomo e natura, si va affermando lo sfruttamento su scala industriale. Invece che avere pochi impianti strettamente connessi alle necessità del territorio, si assite alla concetrazione mostruosa di inpianti in alcune aree (sub Appennino Dauno per esempio) – senza che però questo impedisca una insensata proliferazione delle centrali eoliche industriali in tutta Italia.

    L’industria eolica agisce come qualsiasi altra industria, ovvero bada al profitto. Questi industriali non si preoccupano di impatto sul paesaggio, sull’ambiente, sulle persone – badano al sodo: i soldi.

    L’industria eolica ha un potenziale distruttivo notevole, perchè va a incidere su zone ad elevato valore naturalistico, non ancora toccate dalla indutrializzazione.
    Questo tipo di eolico non porta ad una riduzione delle emissioni di CO2: nessuna centrale a petrolio o carbone verrà spenta. Come dice Antonella si tratta di un’energia integrativa , non alternativa.

    Non ho problemi a condividere il pensiero di Sgarbi sull’eolico selvaggio in Molise. Il suo pensiero è condiviso da molti ambientalisti (o viceversa).

    Credo che l’eolico industriale troverà sempre maggiori opposizioni.

  6. Bene, arrivano commenti polemici, quindi c’è da controbattere. So che non è facile ma proviamo: in Italia il vento c’è eccome, e infatti gli industriali vanno a cercarlo dove c’è, in particolare sul crinale appenninico meridionale e in mare, perchè se le centrali non producono i soldi non si incassano (salvo truffe, ma lì ci pensa la magistratura). E’ giusto che chi produce energia ci faccia dei soldi? Mi pare proprio di sì, altrimenti non si innesca il circolo investimenti sviluppo occupazione ecc che in questo caso si coniuga con la salvaguardia del clima dalle emissioni di gas serra. Le altre centrali non chiudono? Anche questo non è vero, in Spagna in pochi anni l’eolico è passato da zero a fonte rilevante di corrente elettrica e le centrali tradizionali cominciano a svolgere un ruolo suppletivo e non viceversa, quindi cala la richiesta di farne di nuove, e calano in prospettiva anche le emissioni di gas serra. Quel che in Italia serve sono delle strategie statali precise e condivise con le regioni su come gestire l’inevitabile transizione alla produzione energetica senza emissioni di carbonio, limitando lo strapotere, quello sì enorme e senza vincoli, di Enel e Eni-Agip. Quanto a Sgarbi per favore non citatelo perché in questo blog teniamo in conto solo la gente seria e non i pregiudicati. Grazie

  7. Caro Vittorio, seguendo la tua (vostra) ricetta non si limiterà in alcun modo lo strapotere di Enel.
    Perchè come tu sai meglio di me Enel si è da anni buttata sul nuovo business delle rinnovabili (Enel Green Power), e sostituiremo lo strapotere di Agip con quello di Anev.
    Gli industriali fanno il loro lavoro: guadagnare soldi – in qualunque modo.
    A voi interessa l’affermazione industriale dell’eolico. Al controllo democratico sull’energia, agli impatti ambientali e paesaggistici non siete proprio interessati.
    Tra voi e i petrolieri che volete far scomparire non c’è nessuna differenza.

  8. Caro Marco, io non so chi sono questi “voi” a cui ti riferisci in questo commento, che trovo piuttosto strano anche perché mi associa a non meglio identificati “petrolieri”, ai quali non assomiglio di certo, se non altro per questioni di reddito. Quanto all’Enel, quest’azienda fin’ora non ha ancora dimostrato di occuparsi seriamente della questione climatica mentre ne avrebbe grosse responsabilità dato che, al di là delle forme, si tratta di una struttura di cui lo Stato detiene la maggioranza del capitale. Ribadisco la mia opinione, la questione climatica è talmente grave e urgente che per affrontarla è necessario che le fonti rinnovabili siano grandi, perchè i consumi di energia sono e resteranno grandi, al di là degli auspicabilissimi interventi sull’efficienza. Per chiudere una centrale a carbone come quella di Brindisi, che ha un impatto mostruoso su clima, salute e ambiente, ci vogliono almeno un migliaio di torri eoliche da 2 megawatt da collocarsi dove il vento spira con costanza, cioè in mare. Questi interventi non solo sono possibili ma in certe zone d’Europa sono già cominciati, per esempio davanti alla foce del Tamigi. Il mondo deve cambiare se non vuole finire male.

  9. Scusa Vittorio, ti avevo preso per un industriale, invece sei un fisico-agronomo. Sei anche un verde impegnato in politica, vedo.
    Non ti è mai passata per la testa l’idea che riempire il mondo di mulini possa avere un discreto (mi contengo) impatto ambientale. Com’è che certi ambientalisti hanno deciso di passare sopra il cadavere di moltitudini di uccelli per salvare il mondo?
    Che ne pensi della manifestazione di domani a Sepino? Vacci pure tu e prova a dirgli che ci vogliono 1000 torri eoliche nel mare della Puglia.

    Tu pensi che Cina, India e Brasile rinunceranno alle energie tradizionali? Pensi che ridurranno i loro consumi. Te lo ricordi Lula tutto contento che annunciava di aver trovato investitori per sfruttare enormi giacimenti di petrolio off-shore pochi mesi fa?
    Tu (voi) volete inseguire l’aumento potenzialmente infinito dei consumi con i mulini a vento.
    A che cavolo serve produrre roba che si butta via? Tu che sei verde te lo sei mai chiesto?
    L’economia mondiale è basata su consumismo sfrenato e i verdi si adeguano propagandando il consumismo eolico.

    1. L’impatto ambientale degli impianti eolici è stato ampiamente studiato, c’è una letteratura molto vasta sull’argomento. Gli uccelli tendono per esempio ad usare i tralicci come posatoi il che rende le collisioni con le pale molto più probabili. Un grande progresso nella protezione degli uccelli è stato quindi ottenuto sostituendo i tralicci di supporto con pali. Inoltre le procedure preliminari alle installazioni prevedono l’analisi delle rotte migratorie.
      Quanto alla questione eolico/archeologia io non ci trovo nulla di assurdo, molti siti archeologici sono di fianco a strade trafficatissime o a siti industriali che li danneggiano per davvero con i fumi di scappamento. I mulini a vento non fanno fumo e molti li trovano belli (io sono tra questi).
      I paesi in via di sviluppo stanno cominciando ora a fare i conti con le distorsioni ambientali provocate dalla loro rincorsa alla nostra ricchezza, tanto che Lula ha visto la sua ex-ministra dell’ambiente Marina Silva fargli campagna elettorale contro.
      I consumi elettrici sono destinati ad aumentare inevitabilmente (pensa solo alla crescita della popolazione e all’avvento delle auto elettriche…), l’unica cosa che potrebbe fermarli essendo una spaventosa recessione globale, che immagino tu non ti auguri.
      Se leggi il mio testo GoingGreen, scaricabile dal blog, scoprirai che non ho nessuna passione per gli sprechi e che a modo mio li combatto. Nonostante questo non mi illudo di avere molti effetti sui trend globali.
      Per concludere, a mio parere combattere i mulini a vento è una battaglia persa, Don Chisciotte ci aveva già provato ma ora la Spagna è leader del settore…

      1. La Spagna è in croce.. non LEADER del settore..

        Spagna, con l’eolico il caffè più costoso del mondo
        Con l’anno nuovo le bollette elettriche degli spagnoli aumenteranno del 10% per finanziare in gran parte la costosa politica iberica di sviluppo delle rinnovabili. La denuncia viene dal Prof. Calzada, presidente dell’Instituto Juan de Mariana, che per primo ha dimostrato come le politiche di spagnole di incentivazione delle energie rinnovabili, non solo non creano posti di lavoro ma distruggono ricchezza ed occupazione. Nonostante le critiche delle lobby ai suoi studi, le recenti ondate di licenziamenti nel settore hanno dimostrato la validità degli studi di Calzada. Il governo spagnolo ha sempre sostenuto che il costo per le famiglia fosse l’equivalente di un caffè al mese: la realtà è che il costo è stato finora pari a 11 euro al mese per famiglia e molto maggiore per le imprese a fronte di risultati non certo entusiasmanti.–

        http://www.loccidentale.it/articolo/se+in+spagna+aumentano+i+disoccupati+%C3%A8+anche+colpa+delle+%22rinnovabili%22.0075537

      2. Il problema sulla pericolosità per gli uccelli dell’eolico è emerso proprio in Spagna, ultima roccaforte degli avvoltoi, dove centinaia di questi uccelli sono stati uccisi..
        Negli Stati Uniti, un recente studio relativo all’impatto delle centrali eoliche sulle popolazioni di uccelli ha confermato la pericolosità mortale di questa tecnologia sbandierata come “verde”.. come può una fonte energetica definita ecocompatibile alterare siti montani finora intatti, con strade, cemento (il plinto di ogni torre ha bisogno di quaranta autobetoniere di cemento) e uccidere uccelli tutelati dalla comunità internazionale come avvoltoi, aquile e tanti altri.
        Valutare una tecnologia a tavolino è diverso da vedere come questa si inserisca nel mondo reale; non bisogna attaccare chi osteggia l’eolico selvaggio, senza documentarsi con i vari studi in merito reperibili anche sulla rete.

  10. La disoccupazione spagnola ha a che fare con l’enorme impulso dato da Zapatero alle costruzioni in quel paese nei primi anni del suo mandato. Quando la crisi finanziaria ha cominciato a mordere sono spariti i crediti e i cantieri edili hanno cominciato a chiudere, così una marea di operai è rimasta senza lavoro e senza stipendio, che cosa c’entrano le rinnovabili e l’eolico?
    Anche se in spagnolo la faccenda si capisce piuttosto bene qui:
    http://www.elpais.com/articulo/economia/desempleo/Espana/empacho/ladrillo/sangria/elpepueco/20110429elpepueco_3/Tes

  11. Intanto diciamo che l’energia pulita non esiste, l’unica cosa è il risparmio energetico!!
    Poi Vi porto questo esempio:
    Siamo sull’Appennino bolognese, in località “Lo Zanchetto” hanno installato 3 pale eoliche che sono ferme praticamente tutti i giorni… venga a verificare se ha voglia, e mi spieghi come mai non girano!!
    Adesso Enel Green P. vuole installare un “parco eolico” di n. 7 torri da 150 mt. di altezza l’una lì vicino, sul Monte di Fontanavidola. Il paesaggio verrà deturpato da questi eco-mostri e il vento pare non sia suff., non hanno fatto adeguati studi anemometrici chissà perchè . Intanto devastano tutto per installarle, scavi e movimenti terra per circa 51000mc, calcestruzzo nelle fondazioni 800/1000 mc. Ci sono sorgenti di acqua proprio lì che rischiano di essere compromesse, e frane quiescenti, il territorio a livello geologico non è adatto a sostenere un impianto così enorme, come ha affermato il prof. Gian Battista Vai geologo dell’università di Bologna. Per passare con le pale devono allargare sentieri di grande importanza storica. Li chiamano Parchi eolici pensando che la gente sia cretina, di Parco non hanno proprio niente perchè con la devastazione che devono fare per installarli non hanno niente di ecologico, anzi al contrario. Inoltre ci sono specie protette di uccelli, i chirotteri, e altri animali selvatici in questa zona, questo impianto li allontanerebbe. L’energia eolica è energia discontinua non ci si puo’ fare affidamento se nel momento di maggior richiesta non c’è vento ci soffiamo sopra? Se in Italia non ci sono mulini a vento come nei paesi Bassi, forse c’è un motivo! Qua da noi per esempio ci sono centrali idroelettriche che producono bene. Comunque gli incentivi dovrebbero darli per i piccoli impianti ad esempio il fotovoltaico sui tetti e non alle grosse società che speculano a scapito della nostra bella Italia, un territorio bellissimo che molti ci invidiano e che non ha prezzo. E.G.P ha presentato un progetto scandaloso e carente infatti la Regione Emilia Romagna ha contestato 89 punti chiedendo le integrazioni. Lo hanno ripresentato quasi identico al primo, stiamo lottando come comitato perchè venga definitivamente bocciato. Al sud in molti casi sono nate società installatrici legate alla criminalità organizzata e hanno messo pale ovunque come fossero margherite, anche dove il vento non c’è.
    La Gabanelli aveva trattato l’argomento eolico in una sua trasmissione a Report “girano le pale” di Alberto Nerazzini, molto interessante e la dice lunga sull’argomento!!.
    Qualcuno la pensa in questo modo, sul giornale “le scienze” c’era scritto tempo fa:
    “ormai le rinnovabili come eolico e solare non sono in sè una soluzione plausibile al problema di sostituire i combustibili fossili nella produzione dell’energia…..agli specchietti solari e ai mulini a vento ci credono solo i produttori ben foraggiati di denaro pubblico e i politici in cerca di pubblicità con la demagogia delle favolette”
    Ricordiamo che gli incentivi che tanto interessano alle grosse società, li stiamo pagando nelle ns bollete per i prossimi 20 anni.

    Interessante anche il libro di Antonello Caporale “CONTROVENTO”.

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