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Un pallone gonfiato contro la CO2

e questo è solo l'inizio...

Secondo il Guardian, ben informato quotidiano inglese, sta per partire in Gran Bretagna un esperimento scientifico che consisterà nel sollevare con un pallone frenato fino a un km di quota un tubo dal quale verrà spruzzata dell’acqua, in sostanza un colossale esperimento di irrigazione atmosferica. Si tratta di una prova di fattibilità per un esperimento ben più ambizioso, che secondo il suo ideatore, lo scienziato Matthew Watson, dovrebbe portare l’estremità di un tubo dal suolo fino alla quota di venti km, cioè in piena stratosfera, per mezzo di un pallone che probabilmente avrà il diametro di uno stadio di calcio, circa 200 metri. Da questo secondo tubo gli scienziati vorrebbero spruzzare non più acqua ma alcune sostanze chimiche analoghe a quelle sparate in cielo dai vulcani, sostanze che hanno la proprietà di raffreddare il clima terrestre finché restano sospese in aria. In effetti ogni volta che sul nostro pianeta si verifica un’eruzione di grandi proporzioni, per qualche tempo il clima globale ne risente raffreddandosi a causa dell’effetto riflettente che il materiale eruttato ha sulla luce in arrivo dal sole. L’ultimo caso del genere fu quello del vulcano filippino Pinatubo che eruttando nel 1991 contribuì a una temporanea stasi del riscaldamento globale per un paio d’anni. Qual è il ragionamento dietro un esperimento così costoso e complicato? In pratica si parte dalla constatazione che non c’è verso di ridurre le emissioni umane di anidride carbonica e altri gas serra, che l’anno scorso nonostante la crisi hanno toccato il massimo assoluto e che non accennano minimamente a rallentare. Con il megatubo stratosferico si potrebbero pompare artificialmente in cielo le sostanze “rinfrescanti” opportunamente dosate, in maniera da contrastare gli effetti riscaldanti dei gas serra antropici. La neonata disciplina della “geoingegneria” in pratica si propone di intervenire sulla Terra nel suo complesso per regolarne il clima. Naturalmente da molte parti c’è un notevole scetticismo sia sulla concreta realizzabilità del “vulcano artificiale” sia sulla effettiva efficacia di questo metodo e soprattutto su eventuali effetti collaterali imprevisti che un simile intervento chimico potrebbe avere sulla stratosfera e sul pianeta in generale. Per il momento comunque la prova in miniatura si farà, quindi avremo modo di tornare sull’argomento commentandone i primi risultati.